La nobile arte del dire di no

Ogni volta che ti dico di no é perché ti voglio bene. Senza negarti che quel no fa bene anche a me. La nobile arte del dire di no.

 

Ti voglio bene perché non voglio venderti un prodotto in cui non credo, né voglio costringerti a lavorare su un obbiettivo che non condividi. Qualche tempo fa ho rifiutato un lavoro perché il cliente esigeva l’uso del drone e la mia idea di cinewedding non contempla le riprese aeree. Non lo prevede perché sono convinto che nel giorno del matrimonio le emozioni vivono al pari dei nostri occhi, e il punto di vista del drone non riesce a descrivere ciò che realmente accade.
Faccio un esempio: all’uscita dalla chiesa, durante il lancio del riso, accade spesso che tutti gli invitati, compresi gli sposi, si trovino con lo sguardo verso l’alto. Come se i protagonisti di questo momento importante non fossero più gli sposi ma un ufo nel cielo.
Dicendo di no, capisci bene che ho fatto gli interessi del cliente, ovviamente rispetto alla mia idea di come deve essere raccontato un matrimonio. D’altronde, conosco molti colleghi che riescono a integrare molto meglio di me le riprese aeree all’interno del racconto matrimoniale e se volete ve ne consiglio qualcuno.

Ho ammesso però che dire di no fa bene anche a me. Durante la giornata del matrimonio, vivo una serenità pari alla tranquillità che riesco sempre a trasmettere agli sposi, cosa che mi permette di confondermi tra gli invitati e raccogliere tutte le emozioni che si creano nei vari momenti tra parenti e amici. Considerando anche che non lavoro per il profitto, accettare un lavoro contro voglia mi toglie tutta questa serenità.

Non ti offendere quindi, caro cliente, se a volte sono costretto a dirti di no, e se mi posso permettere: impara anche tu a dirmi di no. Non ti sembra un discorso molto Zen?

 

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